Malloreddus alla campidanese

I malloreddus sono una delle paste simbolo della Sardegna, conosciutissimi anche nel resto d’Italia, dove vengono chiamati “gnocchetti sardi”.

Il loro nome deriva da malloru (toro), e i malloreddus sono i “vitellini”, poiché la loro forma richiama, metaforicamente, quella dell’animale.

A seconda della zona, vengono chiamati anche in altri modi: nel sassarese sono chiamati cigiones o ciciones, nel nuorese cravaos, nel Logudoro macarone caidos e macarone de punzu.

Si possono preparare nella versione classica, con farina di semola e acqua, oppure arricchiti con zafferano o spinaci tritati.

Questa che ho preparato è la versione campidanese, dal nome della più vasta pianura della Sardegna, che è uno dei piatti più rappresentativi dell’isola.

I malloreddus vengono conditi con il classico sugo a base di pomodoro e salsiccia, arricchito con un tocco di zafferano, da aggiungere all’impasto, direttamente nel sugo, o anche in tutti e due.

Lo zafferano pare sia giunto in Sardegna con i Fenici, che approdarono sull’isola più di duemila anni fa, provenienti dal Medio Oriente.

Ma è il grano il vero tesoro locale. Fin dai tempi dell’Impero romano, la Sardegna era chiamata “il granaio di Roma” e i sardi che vivevano nella piana del Campidano producevano metà del grano che serviva a sfamare tutto l’esercito romano.

Per rispettare appieno la tradizione scriverò anche il procedimento per preparare i malloreddus così come me lo ha insegnato mia madre, a cui lo ha insegnato a sua volta mia nonna, ovviamente entrambe figlie della splendida terra di Sardegna.

Ingredienti
(dosi per 4 persone)
Per i malloreddus:
400 g di semola fine
200 ml di acqua tiepida (può variare in base all’umidità della semola)
1 bustina di zafferano in polvere
2 g di sale fino
Per il sugo:
350 g di salsiccia fresca con i semi di anice
500 g di pomodori maturi
1 pizzico di zafferano Nuraghe Ruju Azienda Agricola
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
3 fogli d’alloro
olio extravergine d’oliva q.b.
sale q.b.
Di finitura:
pecorino Sardo Dop maturo q.b.

Procedimento
Scaldate leggermente l’acqua, toglietela dal fuoco e scioglietevi lo zafferano, meno un pizzico che servirà per il sugo.

Mettete la semola e il sale in una ciotola, fate un buco al centro e versate metà dell’acqua con lo zafferano. Iniziate ad impastare e aggiungete il resto dell’acqua poco alla volta. Potrebbe essere necessario aggiungerne ancora un poco o, al contrario, metterne di meno (dipende dall’umidità della semola).

Versate il tutto su di una spianatoia e lavorate fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla e coprite con un canovaccio umido o con della pellicola da alimenti. Lasciate riposare per 30 minuti.

Coprite un ampio vassoio con un canovaccio e spolveratelo di semola.

Prendete un pezzetto d’impasto, rotolatelo sulla spianatoia e formate un salsicciotto non troppo spesso. Tagliate dei pezzetti lunghi al massimo 1 cm poi passateli sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo esercitando una leggera pressione.

A mano a mano che li preparate, mettete gli gnocchetti sul vassoio. Continuate così fino ad esaurire l’impasto. Spolverate i malloreddus con la semola mista a un pochino di farina e lasciate asciugare per 24 ore, senza coprire.

Pelati i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.

Spelate la salsiccia e sbriciolatela un pochino.

Scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella, unite la cipolla pulita e tagliata a cubetti e lo spicchio d’aglio, e fate stufare dolcemente per qualche minuto.

Unite la salsiccia e fate rosolare per 10 minuti.

Aggiungete i cubetti di pomodoro, il sale, lo zafferano rimasto, le foglie d’alloro e fate cuocere per circa 1 ora. Se dovesse asciugarsi troppo aggiungete un pochino di acqua tiepida. Cuocete i malloreddus in abbondante acqua salata, scolate e condite con il sugo.

Spolverizzate di Pecorino Sardo Maturo e servite.

Autori: Maria Antonietta Grassi
Blog: Il pomodoro rosso di MAntGRA