Igiene delle mani. Perché è così importante?

In occasione del 5 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove ogni anno la Giornata mondiale dell’Igiene delle mani per ricordare l’importanza di questo gesto semplice, ma essenziale per la prevenzione delle infezioni trasmissibili… che quest’anno acquista una valenza particolare per ovvie motivazioni.

Contro il nuovo Coronavirus, ad oggi, non sono disponibili terapie specifiche, nè vaccini. Per ridurre i rischi di contagio, si consiglia proprio un’accurata igiene delle mani che, per essere efficace, deve durare dai 40 ai 60 secondi.

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Come lavarsi le mani?

Per l’igiene delle mani, il Ministero della Salute raccomanda innanzitutto di usare una soluzione alcolica; acqua e sapone andrebbero utilizzati in caso di mani visibilmente sporche.

Le soluzioni alcoliche sono infatti efficaci per eliminare il virus, attraverso un meccanismo che altera la struttura chimica delle proteine e degli enzimi del virus, impedendo a queste sostanze di svolgere le loro funzioni.

Una corretta igiene delle mani richiede non meno di 40-60 secondi (con acqua e sapone) e non meno di 20-30 secondi (con soluzione alcolica).

Lavarsi le mani è importante anche in cucina, per evitare contaminazioni tra alimenti.

A fotografare quanto avviene in alcune cucine statunitensi sono stati i ricercatori del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti che, alla fine del loro lavoro, hanno rilevato che molti dei consumatori coinvolti (il 97%) non aveva lavato le mani correttamente e che per asciugarsele utilizzava canovacci sporchi, propagando germi.

Non lavarsi le mani in cucina non contamina solo il cibo. Lo studio ha anche rivelato che i partecipanti diffondono i batteri dal pollame crudo alle superfici e utensili da cucina. Il 48% delle volte i contenitori delle spezie usati mentre venivano preparati gli hamburger erano contaminati e l’11% delle volte i batteri si erano “rifugiati” anche nei manici del frigorifero, e il 5% delle volte anche nelle insalate. Il tutto a causa della contaminazione incrociata trascinata da un luogo all’altro della cucina.

Un problema non certo da sottovalutare, ricorda lo studio, visto che i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie stimano in 48 milioni gli americani vittime di malattie alimentari ogni anno, 128.000 i ricoveri e 3.000 i decessi. Mettendo anche in evidenza come bambini, anziani e persone con un sistema immunitario compromesso restano le categorie più a rischio.

Crediamo che ormai il messaggio lo abbiamo, nostro malgrado, abbondantemente recepito!

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