Celiachia e salute della coppia

Articolo della dott.ssa Monica MartinoMonica Martino
Biologa e Consulente per aziende agroalimentari
e Food Blogger.
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La celiachia è una malattia autoimmune caratterizzata dalla non tolleranza alla gliadina, componente del complesso proteico glutinico e presente in cereali come grano e le sue varianti, farro, orzo, khorasan, segale e avena. In Italia il numero di celiaci è in continua crescita e le stime che arrivano da uno studio abbastanza recente, pubblicato sul Clinical Gastroenterology and Hepatology, conteggiano un milione di possibili casi in Italia.

Una persona affetta da morbo celiaco che si alimenta con cibi contenente glutine incorre in una produzione, da parte del suo organismo, di autoanticorpi che vanno a colpire alcuni organi come l’intestino (primariamente) ma anche la tiroide, la pelle e l’ovaio. Una persona su 100 è colpita da celiachia e non sempre diagnosticata, ovvero per ogni celiaco diagnosticato ce ne sono quattro che non sanno di esserlo.

Altri dati dicono che le donne sono le più colpite dal morbo celiaco rispetto agli uomini, il doppio secondo le stime, e questo in quanto la predisposizione all’autoimmunità è più frequente nel sesso femminile per un fattore ormonale (influenza di estrogeni e progesterone) ma anche perché, rispetto agli uomini, le donne ricorrono più spesso alle prestazioni diagnostiche consentendo nel tempo una diagnosi sempre più precoce. Questo disturbo comunque, se non affrontato in modo adeguato, può essere causa di infertilità sia nelle donne che per gli uomini.

Legame tra celiachia e infertilità

Secondo l’OMS, l’infertilità è una patologia del sistema riproduttivo che viene diagnosticata quando “dopo dodici mesi di rapporti regolari e non protetti non è possibile una gravidanza”. Le cause possono essere diverse tra cui anche la celiachia.

L’alterazione della funzione riproduttiva nei pazienti celiaci è da diverso tempo oggetto di molti studi scientifici. La correlazione tra celiachia e infertilità è stata per la prima volta evidenziata negli anni ’70: in questo lavoro venivano seguite tre pazienti celiache con infertilità inspiegata rimasero in stato interessante dopo eliminazione di glutine dalla loro alimentazione. Da quel momento diversi studi scientifici successivi hanno tentato di spiegare meglio l’associazione celiachia-infertilità, facendo emergere come il sottogruppo più coinvolto sarebbe quello con diagnosi di infertilità inspiegata (per la quale, dopo analisi biomediche specifiche, non esiste una causa apparente del mancato concepimento) dove la celiachia si presenta nel 4-8% dei casi.

La malattia celiaca sembra quindi avere un effetto su diversi ambiti della vita fertile di una donna:

  • periodo fertile ridotto (posticipa il menarca e anticipa la menopausa);
  • amenorrea (assenza del ciclo mestruale);
  • carenze croniche per via del malassorbimento di ferro, acido folico, vitamine B12, B6 e K (nutrienti essenziali per il normale sviluppo del feto):
  • accumulo di radicali liberi che influenzano negativamente i normali equilibri ossidativi dando anche luogo a menopausa precoce, lesioni dell’endometrio e ovaio policistico;
  • infertilità (intesa come difficoltà di concepire durante il periodo fertile di una coppia dopo 12-18 mesi di rapporti regolari e liberi);
  • aborti spontanei ricorrenti (nelle pazienti con celiachia non trattata il rischio sembra essere di 8/9 volte più alto rispetto alla controparte in dieta priva di glutine);
  • bambini con basso peso alla nascita (sotto il 10° percentile).
Celiachia e infertilità nella donna

Una donna sospetta di essere celiaca in genere presenta alcune caratteristiche come la bassa statura, anemia, disturbi intestinali e generici, maggior possibilità di osteopenia e di fratture spontanee in età fertile, basso indice corporeo e irregolarità nell’attività ovarica.

Numerose evidenze cliniche stanno rivelando negli anni una correlazione sempre più stretta tra celiachia e problemi di fertilità femminile. Gli autoanticorpi a livello ovarico, infatti, portano nel tempo ad una riduzione del numero di cellule oocitarie fertili, comportando anche il rischio menopausa precoce. La stessa è anche dovuta al mancato assorbimento di micronutrienti come zinco e selenio, importante per la regolazione della funzionalità ovarica. Spesso per la donna celiaca non diagnosticata non riesce a portare avanti la gravidanza: tra gli agenti implicati nell’aborto spontaneo troviamo anche gli anticorpi anti-transglutaminasi i quali, insieme ad altri fattori immunologici, contrastano l’impianto dell’embrione all’utero e quindi la formazione dell’apparato placentare. In caso di successo dell’impianto, però, può capitare che a causa del malassorbimento di nutrienti come ferro, acido folico, calcio e vitamina D ci possano essere delle complicanze durante l’accrescimento del feto come la probabilità di malformazioni al tubo neurale (con conseguente spina bifida o anencefalia), carente mineralizzazione delle ossa e basso peso alla nascita.

L’unica soluzione a oggi conosciuta è la dieta strettamente priva di glutine almeno 6 mesi prima del concepimento (se si vuole programmare un’eventuale gravidanza), oltre ad una diagnosi precoce per stabilire se l’interessata è colpita da morbo celiaco e qui è necessario rimettersi sia alla competenza dello specialista (medico di base e/o gastroenterologo e/o ginecologo) che all’autoanalisi della paziente se è in grado di rendersi conto quando sente di avere qualche problema che non riscontrava in passato. Studi recenti hanno infatti constatato che una dieta priva di glutine riesce a ridurre di quasi 9 volte il rischio di aborto spontaneo, rischio triplicato per le donne celiache non diagnosticate rispetto a donne sane, e se iniziata da almeno 10 anni ritarda l’insorgere della menopausa.

ginecologa

Celiachia e infertilità dell’uomo

La fertilità maschile è un processo molto complesso. Affinché la sua partner abbia una gravidanza, devono sussistere le seguenti condizioni:

  • Bisogna produrre un liquido seminale e quindi almeno uno dei testicoli deve funzionare correttamente mentre l’organismo deve produrre testosterone e altri ormoni per innescare e mantenere la produzione di spermatozoi.
  • Gli spermatozoi devono essere trasportati dal liquido seminale e all’interno di esso devono essere in una concentrazione adeguata ad aumentare le probabilità di fecondare l’ovocita.
  • La funzionalità e la motilità degli spermatozoi deve essere intatta. Se la motilità o la funzionalità degli spermatozoi presenta anomalie, questi potrebbero non essere in grado di raggiungere e/o penetrare l’ovocita.

In una ricerca sono stati raccolti numerosi studi sul collegamento tra celiachia non curata e infertilità maschile, sottolineando in particolare che si possono verificare:

  • disfunzioni gonadiche,
  • disturbi alla morfologia degli spermatozoi,
  • spermatozoi poco mobili
  • bassa conta spermatica.

Tutti problemi che possono portare a difficoltà nel concepimento. Anche in questo caso si potrebbe assistere a un miglioramento della fertilità adottando una dieta priva di glutine.

Concludendo

In molti studi presenti in letteratura, la celiachia ha dimostrato di influenzare il sistema riproduttivo delle donne e di causare una diminuzione della fertilità negli uomini. Questi risultati hanno permesso di mettere a punto il protocollo più accurato e funzionale all’obiettivo, ma il campione ad oggi è ancora troppo limitato per dare indicazioni univoche, arrivando a concludere solo che è estremamente utile eseguire questo tipo di indagini su entrambi i membri della coppia qualora ci si trovi di fronte a un problema di infertilità. Fondamentale inoltre risulta consultare il proprio medico di riferimento prima di eliminare il glutine definitivamente dalla dieta.

Fonti:

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