L’intestino irritabile e la dieta low fodmap

Articolo della dott.ssa Monica MartinoMonica Martino
Biologa e Consulente per aziende agroalimentari
e Food Blogger.
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La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una condizione molto comune e debilitante che colpisce circa il 50% degli italiani: spesso esordisce in giovane età adulta e il target più colpito è il sesso femminile dove si registra il doppio delle probabilità di contrarla rispetto agli uomini.

L’IBS è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale, quindi una patologia che altera i processi digestivi e di assorbimento dei nutrienti dell’intestino, in particolare del colon. Le cause di questa sindrome non sono del tutto note, ma sappiamo che può derivare da problemi gastrointestinali, da reazioni avverse agli alimenti o da fattori stressanti compromettendo la vita sociale, lavorativa e affettiva e qundi la qualità della vita di oltre il 15% della popolazione.

intestino irritato

La sintomatologia tipica della sindrome da intestino irritabile riscontrata è la seguente:

  • dolore addominale diffuso o localizzato ai quadranti inferiori dell’addome (intestino e colon);
  • diarrea e/o stipsi;
  • distensione addominale con gonfiore e meteorismo (presenza di gas);
  • nausea;
  • vomito;
  • difficoltà a digerire;
  • disfunzioni sessuali(dolore durante il rapporto e calo della libido);
  • alterazioni urinarie.

Anche i fattori genetici e ambientali possono influire nello sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile. Gli studi hanno riscontrato anomalie nella flora intestinale di individui affetti da sindrome dell’intestino irritabile, fra cui una ridotta diversità e uno squilibrio nella presenza di alcune specie batteriche.

La sindrome dell’intestino irritabile è stata inoltre riscontrata con una maggiore incidenza in quelle famiglie dove tale condizione è presente da più generazioni rispetto alla popolazione normale. Si ritiene inoltre che lo stress psicologico possa indurre un aumento dell’infiammazione e quindi causare lo sviluppo di questa condizione in individui predisposti.

Perché si scatena questa patologia? Fino a pochi anni fa si pensava fosse dovuta a un’alterazione della motilità intestinale a causa di uno squilibrio della flora batterica buona e cattiva di stomaco e intestino, mentre dalle più recenti ricerche sembrerebbe che la causa scatenante sia l’alterazione del microbiota o della flora batterica intestinale. Per approfondire il ruolo del microbiota nella salute dell’intestino, si rimanda all’articolo dedicato uscito qualche tempo fa.

La cura

La soluzione per curare la sindrome dell’intestino irritabile passa sia per l’utilizzo dei farmaci che per soluzioni naturali e la scelta dipende unicamente dal tipo e dalla gravità dei sintomi che solo uno specialista può valutarli attentamente e decidere la migliore terapia da intraprendere. Fondamentale in ogni caso è non affidarsi al fai da te. Può essere considerato anche l’approccio di tipo psicologico per chi non riesce ad avere sollievo dopo un anno di terapia farmacologica.

È possibile che possa verificare un aumento dei sintomi dopo l’assunzione di certi alimenti: in questi casi è meglio limitare o evitare di assumere le cosiddette fibre insolubili (come la crusca, per esempio) perché potrebbero portare ad un aumento del dolore e magari potrebbe aiutare una dieta a basso contenuto di lattosio o fruttosio oppure glutine ma tutto ciò va sempre concordato con lo specialista, in quanto non esistono delle linee guida ufficiali a riguardo e quindi i consigli alimentari sono diversificati da soggetto a soggetto.

Alcuni cambiamenti nello stile di vita possono, in diversi casi, essere d’aiuto per mitigare i fastidi dovuti alla sindrome dell’intestino irritabile, con giovamento della funzione intestinale evitando l’utilizzo dei farmaci, tra cui:

  • regolare attività fisica
  • riduzione di bevande contenenti caffeina e lattosio
  • riduzione delle porzioni di cibo da distribuire in più momenti durante la giornata
  • riduzione (per quanto possibile) dello stress
  • assunzione di probiotici per alleviare il gas e il gonfiore da valutare insieme al proprio medico
  • limitare o evitare cibi fritti e piccanti
Il ruolo dell’alimentazione e la dieta low fodmap

L’educazione alimentare è molto importante, soprattutto nel caso in cui si soffre della sindrome dell’intestino irritabile. Esistono infatti degli alimenti che possono contribuire a esacerbare il problema se maldigeriti o mal assorbiti, se richiamano acqua e provocano gonfiore e tensione addominale. Questi cibi vengono definiti alimenti F.O.D.M.A.P. (Fermentabili, Oligosaccaridi – zuccheri presenti nei cereali che contengono glutine e legumi, Disaccaridi – nel latte e nei derivati, Monosaccaridi – zuccheri semplici contenuti nella frutta, nei succhi di frutta e miele, Polialcoli – nei funghi, cavolfiori e nei dolcificanti artificiali).

Conoscere quali alimenti contengano più o meno FODMAP non è però sufficiente in media a dare a chi soffre di “intestino irritabile” una soluzione. La gran parte dei soggetti affetti da IBS riferisce che i sintomi addominali e intestinali si presentano spesso dopo avere mangiato e quindi necessitano di una modifica della dieta per alleviare i disturbi. I più recenti studi sul collegamento tra cibo e problemi gastrointestinali funzionali hanno dimostrato che gli alimenti che possono portare alla sindrome dell’intestino irritabile siano alcuni tipi di carboidrati come gli zuccheri raffinati, gli amidi e le fibre legnose. Di tutti i componenti della nostra alimentazione, questi carboidrati che fanno parte di cibi assunti quotidianamente, sono i più facilmente fermentabili da parte del nostro microbiota.

Per quanto riguarda la fermentazione dei FODMAP nell’intestino, non è stata notata alcuna differenza tra soggetti sani e quelli affetti da IBS poiché in entrambi i casi abbiamo una simile produzione di gas dopo l’ingestione di cibi contenenti FODMAP. La differenza che si nota maggiormente tra le due tipologie di soggetti si riflette nel diverso grado di fermentazione dei FODMAP, o meglio negli effetti della fermentazione. I soggetti sani non riscontrano alcun disturbo, diversamente dai soggetti con IBS a causa della loro ipersensibilità viscerale: descrivono tra i sintomi pancia gonfia, dolore addominale e disturbi dell’alvo. Nel campione di popolazione analizzato, circa il 70% dei soggetti con IBS riferisce che i sintomi vengono provocati con l’assunzione di cibo e guardando il diario giornaliero in cui sono stati annotati sia  gli alimenti ingeriti che i disturbi, non è stato difficile associare le problematiche con l’ingestione di cibi ad alto contenuto di FODMAP. Infatti un regime alimentare con limitazione/esclusione per un periodo (stabilito dallo specialista) degli alimenti ad elevato contenuto FODMAP ha dimostrato che può portare a miglioramenti della sintomatologia rispetto a piani alimentari di controllo in soggetti con IBS. Tra gli effetti più evidenti di questo tipo di alimentazione, sono stati riportati il miglioramento del gonfiore e del dolore addominale, la normalizzazione dell’alvo tende e miglioramento del transito intestinale.

intestino irritabile

Lettura consigliata: Low Fodmap. Consigli e ricette ad alta digeribilità che fanno bene all’intestino di Lorenza Dadduzio e Michela Mancarelli, Gribaudo Editore