Il nichel e i suoi problemi

Articolo della dott.ssa Monica MartinoMonica Martino
Biologa e Consulente per aziende agroalimentari
e Food Blogger.

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La grande attenzione che ormai abbiamo maturato nei confronti del cibo e del suo impatto positivo e negativo nel nostro stile di vita è dovuta soprattutto a una maggiore diffusione di informazioni sempre più esaurienti riguardo problematiche e patologie connesse all’ingestione di alimenti ai quali si può essere più o meno sensibili per la presenza di allergeni e/o sostanze che possono mettere in allarme il nostro sistema immunitario. Spesso però tante, troppe informazioni possono anche mandare in confusione chi ne va in cerca, specialmente prima di riuscire a consultare uno specialista e quindi potersi affidare a questo per risolvere la propria problematica.

Statisticamente parlando, tra le varie reazioni avverse agli alimenti, ad oggi viene riscontrato che circa 5 milioni di italiani hanno problemi con un elemento contenuto in alimenti e in tutto ciò che non è commestibile. Stiamo parlando del nichel, un metallo simile al ferro che può essere introdotto nell’organismo attraverso gli alimenti e molto diffuso nell’ambiente in quanto presente in molte leghe metalliche, è inalabile ed è presente nella terra e nelle falde acquifere.

Il nichel è un metallo che ha un’importanza biologica in quanto implicato in diverse funzioni fisiologiche e quindi la sua introduzione con gli alimenti è fondamentale, ma di questo elemento ne sono sufficienti solo piccole quantità giornaliere: si parla di un introito medio con la dieta pari a 300-600 μg al giorno, mentre il fabbisogno giornaliero sembrerebbe essere intorno ai 25-35 μg.

La funzione biologica del nichel è essenzialmente implicata nel:

  • metabolismo ormonale
  • mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari
  • costituire gli enzimi
  • metabolismo del glucosio e dei lipidi
  • stabilizzazione degli acidi nucleici
Dove si trova il nichel

Il nichel è contenuto negli alimenti sotto due forme, ovvero come costituente biologico e come inquinante, a concentrazioni oltre il limite di tolleranza. Gli alimenti appartenenti al primo gruppo e che contengono naturalmente nichel sono soprattutto: cacao, alcuni crostacei, quasi tutti i molluschi lamellibranchi/bivalvi, i cereali integrali e interi (soprattutto avena e grano saraceno), le leguminose, i semi (noci e nocciole) ed il cavolfiore.

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Gli alimenti appartenenti al secondo gruppo e che contengono nichel inquinante sono soprattutto: grassi – oli idrogenati e tutti gli alimenti raffinati e lavorati industrialmente. Ed è nichel contenuto nella strumentazione e nell’utensileria da cucina che può essere rilasciato nei cibi a causa di una reazione all’ambiente acido durante le preparazioni o per attrito meccanico. Si possono inoltre trovare tracce di nichel contaminante specialmente negli alimenti ortofrutticoli ricavati dall’agricoltura su terreni inquinati (piogge contenenti nichel dello smog, falde acquifere contenenti nichel, terreni ricchi di nichel etc).

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Elenco eccipienti non consentiti per allergia al nichel

Il nichel è un metallo presente un po’ ovunque: nel terreno, nell’aria, nell’acqua. È in gran parte utilizzato per la produzione di acciaio Inox dal quale ne derivano apparecchiature varie, tegami e porte ecc. Presente anche nei coloranti per oggetti di vetro, in tinture per capelli e cosmetici.
 Molti cibi contengono nickel, sia perché alcuni ne sono particolarmente ricchi sia perché viene trasmesso dai contenitori in cui sono conservati.

L’allergia al nichel

L’allergia al nichel è una reazione avversa molto forte e può comparire a qualsiasi età, in genere dopo l’esposizione ripetuta o continua a oggetti contenenti nichel, ma può capitare anche dopo una prima esposizione a questo elemento. Ad oggi se opportunamente trattata, questa allergia può essere ridimensionata nella sua manifestazione con riduzione dei sintomi ma difficilmente scomparirà del tutto una volta sviluppata. Come tutte le allergie, anche quella al nichel è causata da un errore del sistema immunitario che cerca di difendere l’organismo dalla presenza di questo metallo che in realtà è innocuo. La causa alla base di questa attivazione impropria del sistema immunitario non è nota, ma l’allergia può essere almeno in parte attribuita a una predisposizione genetica ed infatti oggi, a fianco dei classici patch test si affianca quello genetico per una diagnosi più specifica.

Come si manifesta? La reazione più evidente è una dermatite allergica da contatto ma solo quando il soggetto allergico tocchi o si pone a contatto con oggetti contenenti elevate quantità di nichel (bigiotteria, cinturini d’orologio, fibbia della cintura, detergenti e cosmetici), mentre la manifestazione a livello alimentare è rapportata al 25% dei soggetti allergici. Tuttavia anche altre zone del corpo possono essere interessate. Le mani sono le sedi più comunemente colpite per la dermatite nichel sistemica. Questo sfogo cutaneo pruriginoso compare tra le 12 e le 48 ore dopo l’esposizione al nichel e può rimanere anche per due settimane. La zona interessata dall’allergia può limitarsi alle zone della pelle entrate in contatto con il metallo come invece può estendersi ad altre aree del corpo, creando un forte disagio nel soggetto. Oltre al prurito, possiamo avere episodi di arrossamento, disidratazione con conseguenti lesioni e formazioni di vescicole umide che seccandosi assomigliano a una bruciatura. Nei casi più gravi è possibile che dall’area interessata fuoriesca invece del liquido essudativo.

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Cosa fare una volta accertata l’allergia al nichel

Premettendo che il soggetto allergico deve seguire scrupolosamente le indicazioni dello specialista che lo segue (quindi niente fai da te), tra gli accorgimenti da seguire possiamo sintetizzare questi importanti punti:

  • ridurre al minimo gli alimenti contenenti nichel ed evitare oggettistica e cosmesi in cui la presenza del metallo è accertata
  • valutare con lo specialista una corretta ed equilibrata alimentazione (con la re-inroduzione di alimenti a rotazione) e la necessità di supplementazioni vitaminiche per compensare eventuali carenze per mancata assunzione di alimenti importanti
  • fare attenzione al tipo di stoviglie utilizzate per la cottura o la conservazione dei cibi: sono indicate pentole in pirex, vetro, alluminio, ceramica non smaltata, silargan, teflon utili ad evitare che le sostanze acide contenute nei cibi favoriscano la dissociazione e, quindi, il rilascio del nichel dagli utensili usati
  • smettere di fumare, in quanto il nichel non va a contatto solo con la bocca ma anche con l’apparato respiratorio e infine nel torrente circolatorio

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