Dott.ssa Monica Martino. Il microbiota intestinale: perché è importante?

L’attenzione che abbiamo nei confronti dell’alimentazione passa anche per una maggiore consapevolezza degli effetti benefici sul nostro organismo, specialmente nei confronti di un organo che non va assolutamente trascurato, l’intestino.

La sua importanza sta nella sua complessità in quanto comprende tre componenti:

  • la barriera intestinale;
  • una struttura di tipo neuroendocrino;
  • il microbiota intestinale.

L’attenzione della medicina e della ricerca scientifica si sta concentrando molto sul microbiota intestinale che consta di una comunità microbica molto variegata: oltre mille miliardi di batteri, virus, batteri, funghi e protozoi che hanno un peso sia nella funzionalità dell’intestino che fisicamente (circa 1.5 kg) e comunicando tra loro, agiscono a favore della nostra salute.

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Per una funzionalità efficiente del microbiota, le popolazioni microbiche che gli appartengono devono “vivere in equilibrio”, cioè in eubiosi, così da poter svolgere una serie di funzioni fondamentali per la salute generale dell’organismo. Diversi studi hanno dimostrato che il microbiota può rappresentare uno stimolo determinante per lo sviluppo della rete di vasi sanguigni che nell’intestino servono a raccogliere le sostanze nutritive derivate dal cibo.

Come si forma il microbiota

Il microbiota intestinale agisce come elemento di protezione dell’organismo per diversi motivi. Innanzitutto, forma una “barriera” fisica che non permette la colonizzazione di microbi patogeni a favore di una flora che invece aiuta alla metabolizzazione dei nutrienti assunti tramite l’alimentazione.

Per molto tempo si è pensato che, prima della nascita, il feto non possedesse una propria flora microbica ma grazie a studi approfonditi si sta rivalutando la possibilità che i batteri presenti all’interno della placenta possano invece contribuire a una prima formazione del microbiota e più in generale del sistema immunitario del futuro nascituro. Comunque sia, sono sempre maggiori le evidenze che il periodo neonatale e i primi anni di vita rappresentino un momento critico per le potenziali implicazioni a lungo temine sulla salute e la comparsa di alcuni tipi di malattia. Il parto naturale è un’occasione fondamentale per lo scambio di microbi tra madre e neonato e un conseguente sviluppo di un microbiota ricco di tante specie diverse. Anche l’allattamento al seno, altro momento di scambio madre-bambino, è una tappa importante per la formazione del microbiota, per la ricchezza della specie microbiche e lo sviluppo di un buon sistema immunitario nel neonato.

Il microbiota poi si modifica con l’età e con il variare degli elementi che lo influenzano come l’ambiente e la dieta: è inizialmente instabile, quando il processo di maturazione ovviamente è in corso, e anche verso la tarda età, maggiorente esposta a rischi. L’organismo in genere cerca da sé di mantenere un equilibrio adeguato della composizione microbica, soprattutto nella fase centrale della propria esistenza. Comunque anche negli adulti il microbiota può avere delle piccole variazioni giornaliere, condizionate soprattutto dall’alimentazione.

Composizione del microbiota

Alcune famiglie di batteri del microbiota intestinale svolgono delle funzioni benefiche. Innanzitutto, i ceppi nativi ostacolano la colonizzazione dell’intestino da parte di nuovi ceppi microbici (tra cui quelli patogeni). Tra i batteri del microbiota troviamo inoltre quelli che producono sostanze utili (come la vitamina K) e ne digeriscono altre complesse che vengono dissociate in nuove molecole utilizzabili dal nostro organismo. Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali e in particolare l’acido butirrico, sono importati per la salute dell’intestino stesso, proteggendolo dalle infiammazioni e dall’insorgenza di tumori. Un microbiota ricco di batteri capaci di digerire e fermentare i flavonoidi contenuti nella frutta e nella verdura promuove la produzione di sostanze che hanno effetti protettivi sula salute cardiovascolare. Alimenti ricchi di acidi grassi saturi e molto calorici possono stimolare, invece, la proliferazione di batteri infiammatori. Se la dieta è povera di fibre, per esempio, diminuisce la popolazione dei Bacterioides e aumenta quella dei Firmicutes: diversi studi suggeriscono che il rapporto tra Bacterioides e Firmicutes sia un fattore importante per l’obesità.

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Funzionalità del microbiota

Le funzioni del microbiota intestinale possono essere così sintetizzate:

  • metaboliche: produzione di vitamine come la K o la B12, sintesi di aminoacidi, trasformazione degli acidi biliari, produzione degli acidi grassi a catena corta, sintesi di enzimi, controllo della proliferazione delle cellule;
  • strutturali: sviluppo dei villi intestinali e delle cellule epiteliali dell’intestino facenti parte della barriera epiteliale, sviluppo del sistema immune dell’intestino;
  • protettive: contrasto alle infezioni da parte dei microrganismi dannosi.

Questa breve lista si devono aggiungere gli effetti che la composizione del microbiota ha sul resto dell’organismo. Infatti, oltre all’intestino, anche altri organi vengono influenzati dalle sostanze prodotte, assorbite e distribuite attraverso il sangue provenienti dal microbiota. Recenti studi hanno messo in evidenza questa “influenza” da parte del microbiota intestinale anche sul sistema nervoso centrale e periferico, sull’apparato cardiovascolare e sull’apparato endocrino-metabolico:

  • apparato digestivo: i prodotti del microbiota assorbiti dall’intestino vengono portati al fegato attraverso la vena porta: se il microbiota si trova in uno stato di disbiosi (disequilibrio a favore della flora intestinale patogena), queste sostanze possono essere tossiche e provocare danni al fegato con accumulo di grasso e infiammazione;
  • sistema nervoso centrale: le sostanze prodotte dal microbiota influenzano il sistema nervoso centrale attraverso le loro azioni sul nervo vago e sul flusso sanguigno che raggiunge la barriera emato-encefalica, avendo effetti sul tono dell’umore e su alcuni comportamenti istintivi;
  • apparato cardiovascolare ed endocrino-metabolico: le influenze del microbiota sull’apparato cardiovascolare sono legate alla sua capacità di influire sui principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come iperlipidemia (aumento dei grassi nel sangue), diabete di tipo 2 e aterosclerosi.

Diversi modelli sperimentali hanno dimostrato che organi e strutture del sistema immunitario non presentano uno sviluppo armonico se l’organismo non viene a contatto con i microbi, specialmente se si tratta degli organi del sistema immunitario che si trovano nella parete dell’intestino e che a loro volta producono anticorpi IgA.

In fondo questo non ci deve sorprendere proprio in virtù del ruolo centrale del microbiota intestinale nello sviluppo del sistema immunitario o nella modulazione della sua funzione; è necessario ricordare che la mucosa intestinale è la più grande superficie dell’organismo umano a contatto con microbi e antigeni e che la flora intestinale ha un’influenza reciproca diretta e intensa con la mucosa e con i suoi sistemi di difesa.

Ruolo del microbiota

L’importanza del microbiota intestinale ha fatto sì che la ricerca continui ancora oggi ad approfondire sempre di più questo aspetto, soprattutto in riferimento a un suo ruolo nel prevenire patologie o per la loro cura. Se il microbiota intestinale viene arricchito di batteri buoni e scapito dei batteri cattivi, si promuove un buono stato di salute. Comunque è bene specificare che non esiste un microbiota ideale per tutti, in quanto ognuno di noi è geneticamente diverso e quindi i geni e le caratteristiche individuali hanno un ruolo determinante.

Quali sono i fattori che, invece, incidono negativamente sul microbiota? Certamente la presenza di infezioni che sopraggiungono dall’esterno e che possono portare a stati di disbiosi acuta o disbiosi cronica. Anche le alimentazioni scorrette, per esempio le diete iperproteiche o con troppi carboidrati, e stili di vita sbagliati protratti nel tempo rientrano tra le casistiche di disequilibrio della flora batterica del microbiota. Anche i farmaci, o meglio alcuni principi attivi, contribuiscono a modificare l’equilibrio e la composizione del microbiota, soprattutto tra coloro che ne fanno un uso continuato.

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L’articolo è a cura della dott.ssa Monica Martino, Biologa e Consulente per aziende agroalimentari e Food Blogger.