I prodotti in scatola protagonisti anche della “Fase2”. Ci possiamo fidare?

Ultimamente siamo in molti ad aver riempito la dispensa di scatolette di tonno, barattoli di legumi, conserve e sottoli.

Ma i cibi così conservati, sono salutari?

Una rassicurazione arriva da Tiziana Cattaneo – dirigente di ricerca del Crea, che lavora a Milano al Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari -, la quale afferma che se si scelgono prodotti di marca e di costo medio, i materiali utilizzati per i barattoli non espongono ad alcun rischio, soprattutto nel caso delle confezioni in tetrapack, formate da tre lamine, una in cartone, la seconda in alluminio e la terza in polimeri plastici.

Ormai, per le confezioni vengono utilizzati polimeri di origine vegetale e il vetro, che ha il vantaggio di essere più ecologico e più facilmente riciclabile.

scatolaSebbene sia più che comprensibile e lecito, invece di preoccuparci tanto dei materiali utilizzati per inscatolare i prodotti, sarebbe forse più opportuno pensare a come conserviamo i cibi in scatola e a rispettare le date di scadenza. Il problema della “cura” dei prodotti, d’altronde, si pone anche con quelli surgelati. Molti hanno l’abitudine di scongelare i cibi rapidamente per cucinarli subito, invece, è decisamente consigliato scongelarli mettendoli nel frigorifero un giorno prima, altrimenti i cristalli di ghiaccio contenuti nell’alimento ne rompono le cellule causando una perdita dei costituenti ad alto valore nutrizionale. Attenzione poi a rispettare la catena del freddo quando li si trasporta a casa!

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Per quanto riguarda la materia prima, invece, si è portati a pensare che la carne delle scatolette difficilmente sia di prima scelta. In realtà, la qualità comunque dovrebbe essere assicurata perché qualsiasi difetto iniziale causerebbe problemi di conservazione. Inoltre, una volta aperta la scatoletta, all’acquirente non potrebbero sfuggire il colore scuro del contenuto o l’odore sgradevole.

E per quanto riguarda il tonno? Meglio al naturale o all’olio di oliva? La dott.ssa Cattaneo precisa che “tutti i cibi processati vanno incontro a una perdita delle qualità nutrizionali, meno forte nel caso di surgelati. Quanto alla qualità, comunque buona, dipende anche dall’esperienza dell’industria di trasformazione e, in qualche misura, dal prezzo finale al dettaglio”. Aggiunge poi che non a tutti piace il tonno al naturale – che però può essere condito – ma precisa che per poter durare con solo una leggera salatura, la materia originale dev’essere ottima e l’olio protegge invece in quanto fa da agente isolante. “Come tutti pesci di grande taglia, salmone e tonno compresi, nei mari inquinati accumulano mercurio, ma nel pesce conservato non ce n’è certo di più che in quello appena pescato; molto però dipende dalla provenienza, e qui si torna alla qualità. Se piacciono, si possono alternare al tonno gli sgombri in scatola, ricchissimi di Omega 3 e che, essendo di dimensioni inferiori, non espongono all’ inquinamento da mercurio”.

I legumi in scatola, infine, hanno una percentuale in più di sale e zucchero che serve per la conservazione del prodotto (nei piselli, ad esempio, si va dal 2 al 4% di zucchero rispetto al peso totale). Ma per eliminare i possibili residui dal liquido di governo, basterà provvedere a un semplice risciacquo che, per altro, fa parte delle buone pratiche da adottare quando si cucina!

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E la frutta? A molti piacciono ananas, pesche e macedonie in scatola, in quanto hanno un sapore particolarmente dolce e permettono di sfuggire alla “sbucciatura” della frutta. Sicuramente sono comode, peccato che il contenuto di vitamine vada in buona parte perduto, specie la C, nel caso dell’ananas. Per essere certi della qualità del prodotto all’origine, meglio scegliere frutta a grossi pezzi e di un solo tipo. Poi la macedonia la prepariamo noi!

Fonte: Corriere Salute


Naturalmente, Qui Da Noi consiglia di prediligere prodotti trasformati, in scatola o surgelati di origine cooperativa. Acquistare un prodotto cooperativo significa portare in tavola un alimento tracciato e controllato dall’origine: un prodotto che nasce in Italia, in una filiera trasparente in cui donne e uomini lavorano per garantire la sostenibilità etica, sociale, economica, ambientale di tutte le produzioni agroalimentari.