Bonet alla Monferrina

Il Bonet è un dolce intramontabile, rappresentativo della gastronomia piemontese.
Il suo nome, tradotto dalla forma dialettale, significa “cappello”. L’origine di questo nome pare derivare dal fatto che, in quanto dessert servito alla fine del pasto, il Bonet facesse da cappello al menù oppure perché il cappello è l’ultimo indumento indossato prima di uscire di casa. Altre scuole di pensiero indicano che il nome di questa specialità derivi dalla forma dello stampo originariamente utilizzato per la sua realizzazione che aveva la forma di un copricapo.
Il Bonet alla Monferrina, che appartiene alla famiglia dei dolci al cucchiaio come i budini ai quali è affine per preparazione e cottura, da secoli è presente nella lista delle specialità regionali (le tracce più antiche risalgono al XIII secolo).
Come tutti i piatti tipici, il Bonet si declina in differenti versioni, a seconda della zona di produzione. Esistono ricette che prevedono l’utilizzo degli amaretti secchi assieme alle nocciole o di uno solo di questi elementi. Nella lista degli ingredienti è possibile trovare anche il caffè, il rum o il marsala secco.
Il cacao è protagonista assoluto del Bonet per come è conosciuto oggi, ma la versione antecedente alla scoperta del Nuovo Continente, dal quale l’Europa ha importato la pianta cara al dio Quetzalcoatl, il Bonet alla Monferrina per antonomasia, era una sorta di budino bianco nel quale si utilizzavano amaretti secchi.
Incuriosita dal provare la versione “bianca” del Bonet, specialità della mia regione che, per la cronaca, io venero letteralmente, ho seguito la ricetta dello chef Fausto Carrara omettendo il cacao e incrementando la dose di amaretti.
Il risultato è un budino morbidissimo e cremoso che inganna con il suo aspetto innocente e il colore delicato ed esplode in bocca con il sapore degli amaretti sostenuto dal marsala e accarezzato dalla rotondità del latte intero. Il caramello vela questa esperienza di gusto con le sue note dolci e pungenti in un tripudio di tradizione e delizia.

bonet alla monferrina_paola uberti_piemonteIngredienti
(dosi per 4 persone)
80 g zucchero semolato per il caramello
80 g amaretti secchi (senza glutine al bisogno) + 4 unità per la decorazione
90 g uova (il peso si riferisce alle uova sgusciate)
12 g zucchero semolato per il dolce
250 ml latte intero fresco
12 ml Marsala secco

Procedimento
Riscaldate il forno a 180°C in modalità statica.
Versate 1,5 cucchiai di acqua fredda in un pentolino di acciaio dal fondo spesso e aggiungete la dose di zucchero destinata al caramello.
Cuocete a fiamma media fino a quando l’acqua è evaporata e lo zucchero si è trasformato in un caramello biondo, senza mai mescolare ma muovendo il pentolino al bisogno.
Suddividete il caramello in quattro stampini di alluminio usa e getta monoporzione ruotando questi ultimi al fine di rivestire accuratamente fondo e pareti interne (durante questa operazione utilizzate guanti protettivi poiché il caramello è bollente).
Sbriciolate finemente gli amaretti utilizzando pestello e mortaio.
In una ciotola miscelate le uova con lo zucchero avendo cura di non incorporare troppa aria nel composto.
Unite gli amaretti sbriciolati, i 12 grammi di zucchero, il latte e il Marsala.
Mescolate e versate il composto negli stampini che appoggerete in una teglia dai bordi alti.
Versate acqua a temperatura ambiente in quantità sufficiente a raggiungere i ¾ dell’altezza degli stampini.
Cuocete in forno per 30 minuti: i Bonet devono rassodarsi.
Estraete dal forno e, utilizzando guanti protettivi, togliete gli stampini dall’acqua.
Lasciate raffreddare completamente.
Per sformare agevolmente i Bonet, battete delicatamente i bordi degli stampini contro il palmo della mano, quindi rovesciateli nei piatti individuali. A questo punto praticate un piccolo foro sul fondo degli stampini utilizzando uno spiedo di metallo in modo da rimuovere le formine senza difficoltà.
Decorate appoggiando un amaretto sulla sommità di ciascun Bonet e servite.

Autore: Paola “Slelly” Uberti
Blog: SLELLY