Cibo e superstizione. I riti scaramantici più utilizzati, perché “non si sa mai”

Vi sarà sicuramente già capitato di far cadere del sale a tavola e allora scatta il gesto quasi spontaneo di prenderne un pizzico e gettarselo alle spalle cercando di allontanare con esso la cattiva sorte, anche se “tanto non siamo scaramantici…”

Eppure tante abitudini accompagnano le ritualità che viviamo a tavola, perché ormai fanno parte delle gestualità che compiamo quotidianamente e che si tramandano di generazione in generazione.

Persino il filosofo napoletano Benedetto Croce, una volte disse:

Non credo alle superstizioni ma ne tengo conto

… perché non si sa mai, aggiungiamo noi!

Altri esempi?

peperoncino_tradizioneA Capodanno guai a non mangiare un bel piatto di lenticchie, perché si sa che sono un buon auspicio, e allora riempiamo bene bene il piatto sperando che con l’anno nuovo si riempia un po’ di più anche il nostro portafoglio! Lo stesso per il vino. Se cade in tavola, è usanza bagnarsi le dita e toccarsi dietro alle orecchie per attirare a sé un po’ più di ricchezza.

Che dire del peperoncino, simbolo per eccellenza della scaramanzia napoletana, noto anche per essere un ottimo rimedio contro il malocchio. Spesso, infatti, viene appeso alle porte o ai balconi, perché si crede che i loro semi piccanti abbiano la funzione simbolica di allontanare le male lingue, una credenza che vige soprattutto al Sud Italia dove viene usato come amuleto portafortuna.

E per finire l’aglio, alcuni ne ricavano una bella corona da avvolgere attorno al collo, da appendere alle finestre o alle porte di casa. Perché? Ovviamente, come la storia e le leggende ci tramandano, per allontanare spaventosi demoni, streghe e vampiri!