Cibi afrodisiaci? Sì, ma è l’atmosfera che fa la differenza!

ostricheCredete nella magia? I bambini ci credono e, per la verità, non solo loro. Le magie affascinano sempre, a tutte le età. Ma perché l’incantesimo funzioni davvero, c’è bisogno di suspance, di scintille di luce, insomma del clima adatto, senza il quale nulla può accadere.

La stessa cosa capita con i cosiddetti “cibi afrodisiaci”. La letteratura è piena di ricette che dovrebbero avere effetti travolgenti dal punto di vista sessuale, alcune non proprio invitanti. Prime fra tutte, quelle che prevedono di cucinare i genitali di svariati tipi di animali, simboli di forza e mascolinità per eccellenza, tra cui il toro e il leone. Ma, per converso, anche un animaletto piccolo e insulso come lo scarafaggio, pare anch’esso avere proprietà particolari. Fatto essiccare e ridotto in polvere, dovrebbe infatti essere un toccasana per il rapporto d’amore.

Ma parliamo di cibi più invitanti, anche nell’ottica di dover allestire una bella tavola per una cena romantica. Ad esempio ostriche e asparagi per alcuni sarebbero afrodisiaci, anche per la similarità con i due sessi: l’ostrica, simbolo femminile, l’asparago simbolo maschile.

asparagiNel campo dei frutti poi l’elenco è davvero ricco. C’è la banana che è il simbolo fallico per antonomasia. Il dattero poi dovrebbe aumentare la civetteria nelle donne e la virilità negli uomini. E per finire il fico, che nell’antica Grecia era considerato un elemento sacro associato alla fertilità e all’amore fisico.

Ma non trascuriamo i dolci, per poter così arrivare al dessert! E allora via di cioccolata e miele, detto anche nettare di Afrodite e… chi più ne ha più ne metta. L’elenco è davvero infinito!

C’è un aspetto che però non dobbiamo trascurare, perché fondamentale affinché questi cibi afrodisiaci facciano la loro magia: l’atmosfera che si riesce a creare nel corso di una cena romantica, con luci soffuse, un bel sottofondo musicale, una buona intesa tra i partner. Senza questi elementi, la seduzione e il potere del cibo restano solo parole!

(di Elia Fiorillo)