Lino BANFI: “Bisogna promuovere l’italianità… e la ‘pugliesità’ dei prodotti”

Una voce inconfondibile, un viso che non può che ricordare un sorriso e quelle sere passate davanti al televisore a condividere le intrattenibili risate con gli amici.

Una carriera unica.

Pensiamo tutto questo mentre, con un po’ di emozione, proviamo a farci raccontare da Lino Banfi le sue preferenze a tavola.

Pasquale Zagaria, questo il vero nome del Lino Nazionale, è uno degli attori comici più popolari e amati d’Italia. Fortissimo il suo legame con la terra d’origine, la Puglia, che ancora oggi non manca in ogni riferimento al cibo e al territorio.

Potevamo soffermarci sui tanti successi del Lino attore ma noi, quali cultori del buon cibo, ci siamo chiesti, perché non indagare invece sulle sue preferenze a tavola? Ed è proprio così che comincia la nostra chiacchierata.

Cosa non manca mai sulla sua tavola?

“Olio di oliva extravergine, ovviamente pugliese.”

Quale la sua ricetta preferita?

“Dico sempre che sono un ittico dipendente. Amo le ricette di pesce, mi piacciono addirittura più di quelle di carne. Non saprei rinunciare alla pasta con le cozze e se devo scegliere il tipo di pasta con cui consumarla, scelgo le orecchiette!”

Una serata con gli amici, qual è il menù perfetto?

lino banfi“Cose che sappiamo che ci fanno bene. A casa mia lo chiamano il ‘banfismo’, vale a dire quell’insieme di ingredienti inconsueti da aggiungere anche a una semplice insalata. I miei figli mi guardano in modo strano, ma io nell’insalata mista inizio ad aggiungere noci, mandorle non tostate, semi di zucca, un tarallo che poi scrocchia in bocca, della verza cruda… e altri ingredienti apparentemente insoliti per un’insalata. Poi tutto va condito con le cose giuste, con l’olio pugliese, ad esempio, che è sempre una scelta giusta! In generale devo sempre sapere che cosa metto sulla mia tavola, da dove vengono i prodotti. Amo i ‘frutti’ della nostra terra, quelli italiani. Come dico sempre, non voglio i prodotti a km zero, ma a km certo, cioè devo sapere sempre cosa finisce nel mio piatto. Sto entrando nel mondo dell’agroalimentare e voglio farlo bene, mettendoci la faccia e quindi sapendo sempre di che cosa parlo.”

Ma quindi lei cucina?

“Certo, mi diverto da morire. Anche se arrivo stanco morto dopo dieci ore di lavoro e di viaggio, mi metto un grembiule e inizio a cucinare, mi rilassa. Più divertimento di così!”

Possiamo curiosare nel suo passato? Una ricetta che le ricorda la sua infanzia?

“Pasta alla rughetta. Se penso a mia nonna ovviamente mi vengono in mente gli strascinati, delle orecchiette più grandi, fatte con la farina di grano avanzata, alla quale si aggiungeva un po’ di farina nera. Il risultato finale erano delle maxi orecchiette di colore simile al ferro. Li si condiva poi con la rughetta, del pomodoro e della ricotta dura grattugiata sopra. Per togliere l’amaro dalla rughetta, bisogna immergerla in acqua bollente, dopodiché si aggiungono le orecchiette, o gli strascinati. Quando vengono a galla si scola tutto. Dopo condisco con il pomodoro, l’aglio, l’olio…e a me piace anche mettere del finocchietto che gli dà quel profumo campestre che amo da sempre. Si mischia il tutto e si aggiunge la ricotta grattugiata. Sembra difficile, ma non lo è.”

rucola_banfiUn buon piatto della tradizione pugliese, dagli ingredienti che riproducono il tricolore della bandiera italiana. Non si smentisce mai, un vero amante della sua terra e dei suoi prodotti.

Sarà quel suo modo inconfondibile di raccontare le cose che ci affascina, ma dobbiamo ammettere che il livello di acquolina non fa che aumentare in noi dopo queste prime risposte. E quando si tratta di una ricetta legata ai ricordi d’infanzia, della famiglia, rimaniamo sempre affascinati. Insieme all’acquolina però aumenta anche la volontà di voler riprodurre questa ricetta. Ma a questo ci dedicheremo più tardi, nelle nostre cucine.

Quale affermatissimo uomo dello spettacolo, cosa consiglia ai cooperatori del Qui da Noi per promuoversi sempre meglio?

“Dobbiamo sforzarci di promuovere cose nuove. Far passare sempre il messaggio che bisogna mangiare Made in Italy e Made in Puglia. Sì perché io sono per l’italianità e la ‘pugliesità’. Dobbiamo promuovere sempre di più i nostri prodotti, fatti con il nostro grano e il nostro pomodoro.”

E chiudiamo con un brindisi. A che cosa brindiamo?

“Un cin cin alla coesione, alle coalizioni delle regioni. Più ci coalizziamo e più diventiamo forti. Ogni Regione ha i suoi prodotti.

Quindi brindiamo alle nostre coalizioni!”